Il Sentiero Cimbro dell’Immaginario

Era da un po’ di tempo che volevo fare questo percorso, perché ne ho sempre sentito parlare molto bene e mi incuriosiva la possibilità di camminare nel bosco e al contempo fare un tuffo nella tradizione Cimbra. Lungo il sentiero, infatti, si incontrano una serie di sculture lignee realizzate da artisti locali che ritraggono personaggi delle antiche leggende cimbre, tramandate di generazione in generazione.

Difficoltà = facile
Dislivello = 186 m
Lunghezza = 7 km
Durata = 2 ore/ 2 ore e 30

Dato che il dislivello è minimo, è un percorso che si può fare in qualunque stagione, anche d’inverno. In questo caso, se ha appena nevicato è possibile farlo con le ciaspole, altrimenti, se c’è ghiaccio, meglio avere con sé i ramponi. Non lo vedo molto adatto ai passeggini, ma se si è in due e si ha un passeggino da trekking, nei punti più critici, si può sollevare il passeggino e proseguire.
Io, ammetto, ho fatto una cosa simile anni fa in tutt’altro percorso e mi son ripromessa di non ripetere questa esperienza… i passeggini da trekking pesano un botto! 🙂

Si parte da Luserna. Si può parcheggiare in centro per poi proseguire a piedi in direzione dell’Agritur Galeno (via Cima Nora 34) oppure arrivare fin quasi all’agritur con la macchina, ma i posti, qui, sono un paio, quindi, è facile trovarli occupati.

Raggiunta via Cima Nora, sulla destra si trova un cancelletto con il cartello che indica il Sentiero Cimbro dell’Immaginario. Il percorso è ben segnalato in tutta la sua lunghezza e in breve tempo ci si trova immersi nel bosco con scorci panoramici davvero mozzafiato. Noi, poi, abbiam beccato una giornata particolarmente tersa (specie all’inizio del percorso), ma con la Valdastico immersa nella nebbia e le montagne che sembravano galleggiare sulle nuvole.

Convincere Tommy a camminare non è sempre facile e può essere d’aiuto l’avere un qualche obiettivo concreto da raggiungere. Quando ci sono altri bambini cammina come un capretto senza nemmeno accorgersi, ma se è da solo con noi, la stanchezza e il male alle gambe arrivano subito…

Visto che questa estate in Valle Gesso gli abbiam comperato un aggeggio che lui chiama “topo-gadget” (non chiedermi perché), dotato di lenti che lo trasformano in binocolo o lente d’ingrandimento a seconda di come si ruota e, in più è dotato di bussola, ho pensato di creare una mappa del percorso, in modo che fosse lui la guida. Per cui, armato di mappa e topo-gadget è stato lui a portarci lungo tutto il sentiero (sotto la mappa, che puoi anche scaricare).

I personaggi che si incontrano lungo il percorso sono vari, ognuno con la sua storia.

Frau Pertega che, secondo la leggenda, vive in una grotta tenendo i bambini non ancora nati immersi dentro a dei tinelli. Quando una coppia decide di avere un bambino, si rivolge alla levatrice che conosce la strada per la grotta di Frau Pertega. Quest’ultima consegna alla levatrice uno dei bambini, prelevandoli da uno dei tini e lo consegna alla levatrice.

Ci sono poi Tüsele Marüsele dove la “Cara Nonna” non è poi così cara; Peatar e Urukh; il Basilisco un po’acciaccato, ma sempre affascinante; il Boscaiolo; l’Orso che in realtà è un’orsa e si trova vicino a un laghetto alpino e il Sambinèlo (folletto dispettoso).

Vicino al lago alpino è possibile fermarsi approfittando dell’area picnic per un pranzo al sacco, sennò, se si prosegue, si arriva al Rifugio Malga Campo dove è possibile gustare piatti tipici con prodotti a Km 0. Oppure, se si riesce a resistere fino al termine del giro, ci si può fermare all’Agritur Galeno per un pranzo a base di prodotti locali. In entrambi i casi, ricorda di telefonare e prenotare così da non rischiare di non trovar posto!

A pochi chilometri di distanza si trova il Drago Vaia che, se si è in zona, val la pena andare a vedere di persona. Quindi, non fare come noi, che abbiamo iniziato il Sentiero Cimbro dell’Immaginario verso le 15 e, una volta finito il giro, cominciava a far buio per poterci fermare anche lì!