Casa di Fiaba

Mi è sempre piaciuto leggere. Magari facevo molta fatica a leggere i libri che ci venivano assegnati come compiti a casa, ma se potevo scegliere liberamente i titoli, allora, li divoravo uno dietro l’altro.
Tutt’oggi nella “Lettera a Babbo Natalizio” (… ebbene sì, che c’è di strano? La scrivo ancora a trent-e-qualche-cosa anni suonati…) c’è una lunga lista di titoli tra cui può scegliere quale regalarmi.

Con la nascita di Tommy non vedevo l’ora di iniziare a leggere una montagna di libri insieme a lui cercando di trasmettergli il mio amore per la lettura. Finora sembra che la cosa lo entusiasmi ed è sempre molto contento se gli propongo di fermarci in biblioteca prima di tornare a casa.

Nell’ultima nostra sosta in biblioteca, tra i libri che abbiamo portato a casa c’era anche “Casa di fiaba” di G. Zoboli e A. E. Laitinen, ed. Topipittori.
Si tratta di una poesia che parla, appunto, della casa e delle sue infinite declinazioni. Le illustrazioni sono surreali, leggere, invitanti e con uno stile decisamente nordico.
Non è un libro immediato o almeno non lo è per me e ho dovuto rileggerlo un paio di volte per apprezzarlo ben bene, ma l’idea con cui si snoda mi è affine, proprio perché sottolinea come non sia possibile dare una definizione univoca di “Casa”, perché ognuno ne ha una propria.

Casa di fiaba,
casa stregata.
Casa di foglie
e di rami, di nebbia.