Tutto quello che (forse) non sai sulle origini di Halloween

Ebbene sì, ci siamo: Halloween è alle porte! Questa festa che una volta si vedeva solo alla TV ora ha preso piede anche in Italia, ma da dove è saltata fuori esattamente?!

Anzitutto, bisogna dire che nasce in Irlanda (non in America), tanto che la parola Halloween deriva dall’irlandese Hallow E’en che è l’espressione contratta di All Hallow’s Eve, ossia la vigilia della festa di Ognissanti (to hallow = santificare).

I Celti il 31 ottobre festeggiavano il Capodanno Celtico o Samhain, perché secondo il loro calendario il primo giorno dell’anno nuovo era il 1° novembre. Vista la particolare dimensione temporale, trovandosi a metà strada tra un anno e l’altro, si credeva che in questa occasione gli spiriti dei morti riuscissero a tornare sulla terra.

Questa festa pagana celebrava, quindi, gli antenati con la meditazione sulla Morte, la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno con l’ultimo raccolto, nonché il passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo.

Fulcro dei festeggiamenti era la cerimonia dell’accensione del falò sacro da cui tutte le famiglie prendevano la fiamma per poter accendere i nuovi fuochi nelle proprie case. Le braci ardenti prese dal falò sacro venivano trasportate all’interno di lanterne fatte con le rape intagliate e nel tragitto si usava indossare delle maschere mostruose per spaventare gli spiriti dei morti arrivati sulla terra.

Il rito del “dolcetto o scherzetto“, invece, sembra possa essere collegato al Medioevo quando, il 1° novembre, i poveri andavano di casa in casa per chiedere l’elemosina, offrendo le proprie preghiere (per gli antenati di chi apriva) in cambio di cibo.
Ora, invece,  viene usato dai bambini in maschera per ottenere dolcetti, andando a suonare/bussare di casa in casa.

Trick or treat, smell my feet, give me something good to eat!

Ma come arrivò in U.S.A.?

Tra il 1845 e il 1846 in Irlanda ci fu la Grande Carestia che portò alla morte di quasi 1 milione di persone, il cui protrarsi fu l‘elemento scatenante della migrazione verso gli Stati Uniti, dove gli Irlandesi portarono tutte le loro tradizioni, Halloween compreso.

Piccolo inciso…

La Grande Carestia è tutt’oggi ricordata e celebrata e la canzone più famosa che ne parla è The fields of Athenry di Pete St. John.
Narra il dialogo tra Michael e sua moglie Mary, separati dalla parete di una prigione dove lui sta aspettando la nave per essere deportato in una colonia in Australia, per aver rubato del mais.
Questa canzone è conosciuta da tutti gli Irlandesi e viene considerata un inno non ufficiale, che dà voce a chiunque abbia lasciato la propria patria.

E in Italia?

In Italia, la celebrazione dei defunti fino a non molto tempo fa, non era collegata ad Halloween anche se, qua e là lungo lo stivale, ci sono usanze assimilabili.
Come il bussare di casa in casa recitando delle filastrocche ed ottenendo in cambio dolci, mandarini, fichi e, talvolta, denaro (a San Nicandro Garganico in Puglia; Orosei in Sardegna; a Serra San Bruno in Calabria) e quella di intagliare le zucche come fossero dei teschi come si fa, ad esempio, in Friuli e Veneto dove sono chiamate “Suche baruche“.